Bisogna restare in Italia... Solo con la rivoluzione potrò cambiare le sorti del mio bel paese.
E certo che se non mi sbrigo a cambiarle, io come campo qui? E allora spiegami come fare sta rivoluzione, ti chiedo io. E tu mi risponderai da rivoluzionario, attivista e manifestante che va sempre in piazza, che non basta lamentarsi.
Giusto, allora io ti dico che mi
legherò sopra un traliccio di una azienda elettrica monopolizzatrice finché non mi butteranno di sotto, o mi farò
sparare in faccia dalla polizia fascista e criminale mentre gli tirerò un estintore con una bella maschera nera da black bloc, oppure mi darò
fuoco davanti al parlamento ladro e corrotto con un bel fusto di 50 litri di benzina perché non avrò più un soldo.
Meglio di no, ti dico io, perché io sono uno tranquillo, uno di quelli che ha paura pure del dentista che guadagna troppo solo aprendoti la bocca. Io, ti dico, non sono uno di quelli che si incatenano per non far costruire una
ferrovia super veloce. Io sono uno che ha paura pure dell'infermiera
dichiarata cieca dall'INPS che lavora ai prelievi del sangue dell' ASL, e anche se poi ci vede bene quella la, la vena mia non me la prende mai.
No guarda, allora ti dico, facciamo che sono un rivoluzionario pacifista! Uno di quelli che va nei cortei a manifestare, che si mette a ballare , a cantare, a suonare e a sventolare le bandiere del partito del lavoratore come se avesse vinto lo scudetto.
Si vabbé però, dirai tu, cosi i cambiamenti non arrivano mica, bello che canto e ballo e suono, ma quando mai mi potranno prendere sul serio. I cambiamenti poi sono cose lente, mica é come il lavoro, un giorno c'é e il giorno dopo non c'é più.
E poi che lavoro era, dirai tu? Magari come stagista senza rimborso spese, oppure un porta a porta a vendere qualche aspirapolvere, magari ad una casalinga disoccupata e depressa ma con un bel sorriso sornione? Uno di quelli che fa i contratti truffaldini ai vecchietti partigiani in pensione, dicendogli di passare da una azienda elettrica monopolizzatrice, ad una che tanto alla fine sotto sotto sono tutte uguali? Insomma uno di quelli che farebbe impallidire il padre operaio e sindacalistica della CISL.
Il cambiamento, quello vero, come giustamente dirai tu, deve essere permanente. Deve essere come la manganellata del celerino che lavora dentro il carcere e che ti spappola il cranio e ti rompe le ossa e ti rimanda a casa in orizzontale, mica come la protesta pacifica che sembra una puntata di Amici di Maria De Filippi.
Intanto che aspetto il cambiamento io però mi faccio vecchio e senza un lavoro, o magari lavoro ma da precario, con uno di quei contratti settimanali, o più belli, giornalieri. Aveva ragione quello li quando diceva che monotonia il lavoro fisso. E infatti, ti dico io, che di lavori ne faccio tanti, ogni giorno ne ho uno diverso.
Per esempio, adesso sono diventato centralinista di un call center appaltato ad una grossa società elettrica monopolizzatrice che fa concorrenza alle altre grandi società e che tu dirai che tanto sono tutte uguali. Però ora non posso più fare il rivoluzionario, neanche quello pacifista, anche perché guadagno due euro l'ora e per arrivare a mille al mese ne devo lavorare 14 di ore al giorno!
E poi il rivoluzionario che é un lavoro? E mica c'ho più vent'anni che posso permettermi di andarmene a ballare e cantare e suonare per le piazze e nei cortei. Non posso neanche più contare sulla pensione del nonno partigiano perché nel frattempo gli é stata ridotta, o allo stipendio del padre sindacalista perché forse andrà in cassa integrazione, anche perché pure mia madre é disoccupata e mo' va pure da uno bravo che per fortuna gli fornisce antidepressivi sotto banco. Vedessi che sorrisi sornioni!
Ma poi te lo immagini il nonno partigiano fermo e impavido davanti alle cariche della polizia, anche perché se nessuno lo sposta di certo lui non se la porta a presso la carrozzina. Oppure la mamma disoccupata e anti-depressa che porta i fiori ai celerini con quel bel sorriso sornione. O il padre sindacalista che domina la rivolta popolare con la bandana della CISL legata in viso e la gazzetta dello sport sotto l'ascella?
No, ti dico che a 30 anni non lo posso più fare. Poi diventerò davvero un bamboccione, uno di quelli che si porta tutta la famiglia a manifestare perché il manager schiavista della società dei call center appaltata ad una grossa società elettrica monopolizzatrice che fa concorrenza alle altre grandi che tanto son tutte uguali dirai tu, non rinnoverà gli stipendi giornalieri e mo qua non si ha più tempo sa! Deciditi, o scioperi o lavori, e sennò come farò a fare mille euro al mese?
E allora tu mi dirai che il vero rivoluzionario non ha ne lavoro ne famiglia, e se ce l'ha il lavoro é nella rivolta e la famiglia é tra i suoi compagni. Ma allora io ti dico che sta cosa della rivoluzione non fa per me. Io voglio una famiglia vera! Una di quelle che vivono tutti sotto lo stesso tetto, o davanti alla stessa televisione sbraitando ad una puntata di Ballarò. Vabbé tu mi dirai che voglio fare la rivoluzione casalinga!
Bravo ridi pure tu, ma intanto la tua rivoluzione é lenta, il cambiamento non é mai arrivato, mentre io c'ho trent'anni e ancora sto a contratto a progetto, anzi no a partita IVA, visto che il manager della società del call center c'ha convinto a diventare tutti freelancer. Anche perché non c'ho tempo di starci appresso come gli altri a scioperare, devo fare i miei mille euro lavorando pure la notte.
Io poi mi chiedo se all'estero fanno come qui da noi! No secondo me stanno meglio, io me li immagino questi call center belli e puliti e ordinati, con tutte le postazioni di lavoro che sembrano uscite da un catalogo di Ikea. Non come da noi che ne assumono più di quante postazioni ci sono. Io me le immagino che lavorano solo 8 ore al giorno, magari con un'ora di pausa me ne vado a fare una bella corsetta nei parchi, no chiuso dentro il centro commerciale qui che non c'é manco una panchina fuori dall'ufficio. E poi una depressione con tutti sti colleghi qui che si lamentano dello stato ladro e corrotto, dei poliziotti fascisti e criminali, e delle società elettriche monopolizzatrici che alla fine pure loro dicono che sotto sotto sono tutte uguali.
C'ha ragione mio nonno quando dice che il pianto frutta, e infatti tutti dicono che non c'hanno i soldi perché a due euro l'ora nessuno ce la fa a campare, e poi li vedi che se ne vanno in ferie ad agosto. Tutti che dicono che la benzina costa e poi arrivano al lavoro con la macchina. Mentre secondo me io all'estero diventerei ricco, con un contratto a tempo indeterminato, con uno stipendio da due mila euro al mese, con la benzina che costa poco, dove lo stato non é ladro e corrotto, la polizia non manganella e dove i colleghi e le colleghe sono più felici, alti, biondi e con gli occhi azzurri.
E allora tu ti arrabbierai accusandomi che sto scappando, abbandonando la rivolta pololare, tradendo i tuoi compagni rivoluzionari. Ma no che non voglio scappare, ti tranquillizzerò io che sei un polemico, ho deciso che voglio essere un riformista moderato, o forse un rivoluzionario alla lontana.
E allora dirai tu, che magari le cose funzioneranno pure li all'estero tra i colleghi biondi e felici, ma poi me ne pentirò e mi mancheranno il nonno partigiano, la mamma depressa e il padre sindacalista. Mi mancherà il call center vuoto d'agosto perché sono tutti in ferie, e soprattutto mi mancherà il caldo e il sole perché lì é tutto cosi grigio e nuvoloso, ad agosto piove sempre, non vedrò mai il sole e farà sempre freddo.
Mamma mia e basta, ti zittisco io, che oltre ad essere rivoluzionario sarai diventato polemico e un tantino nazionalista. Ma poi con questa storia del sole che c'entra dimmi tu, e che sono una lucertola? Poi io ti dico, ora che guadagnerò duemila euro fisse al mese, mi sveglierò la domenica mattina dalla mia grigia e fredda e piovoso città e partirò con l'aereo low-cost alle 8, prenderò un caffè con mia madre disoccupata anti-depressa anche un po' stupe-fatta alle 11, guarderò la partita con il nonno partigiano e in carrozzina da tenuta anti-sommossa a pensione ridotta alle 15, e andrò a trovare il padre oramai non più sindacalista, ma in cassa integrazione che continua a manifestare insieme ai centralinisti a partita IVA alle 18. Tutto per ritornarmene alla casa nord europeista la sera alle 11.
Certo tu mi dirai però che costano 'sti aerei, pure se low cost. Io guadagnerò pure duemila euro al mese, ma ogni volta a viaggiare per me sarà un salasso. E vabbé, ti dico io, ma qui in Italia c'é gente che fa il pendolare tutti i giorni, addirittura due o tre ore al giorno da Roma ad Avezzano. Certo, dirai tu, magari il viaggio durerà lo stesso due o tre ore, ma poi mettici la fila ai controlli all'andata e ai passaporti al ritorno. Va bene, ti dico io, che sarai rivoluzionario ma pure un polemico e anche un po' nazionalista, se non ci andrò in treno perché ci metterò troppo, allora ci andrò in macchina, tanto con due mila euro potrò fare il pieno alla macchina.
E poi sta storia del caffè era cosi, per dire. E allora dirai tu, facciamo che non andrò a prendere il caffé dalla madre disoccupata anti-depressa e ora gattara ma, come garantirai tu, la uno che lo fa buono lo troverò, costicchierà ma chi se ne frega, tanto con due mila euro al mese me lo potrò pure permettere. E certo! Affermo io tutto contento, perché vedo che ti sto facendo cambiare idea anche a te, che sarai pure un rivoluzionario polemico e nazionalista, ma sotto sotto anche tu te ne vorresti andare dall'Italia. Anzi, se verrai a trovarmi, la sera ti offrirò una pizza dal pizzaiolo Italiano di fiducia che pure lui nel frattempo é diventato ricco all'estero. E ti credo, esclamerai tu, con quei prezzi!
Bravo farai pure le battutine tu, ma io ti dico che dopo un po' che me ne sarò andato dall'Italia... ci ritornerò! Ammetto che avrai ragione quando dirai che li costa tutto un po' troppo, anche se sicuro oramai là prenderò 3 mila euro al mese come centralinista del call center nord europeo. Perché invece del rinnovo del contratto, ci sarà l'aumento, e sicuro ora guadagnerò di più del mio manager a tempo indeterminato del call center appaltato dalla società monopolizzatrice ma che poi come insisterai tu fa un favore pure a quelle altre.
E sai che ti dico a te che ora sarai diventato un rivoluzionario titubante, non più polemico, e neanche più nazionalista? Ti dico che con tutti quei soldi mi comprerò casa al mare, in Italia ovviamente, cosicché me ne andrò li d'estate ogni volta che vorrò. Magari proprio per fargli un dispetto prenderò una davanti alla villa del manager del mio call center che oramai avrà chiuso per fallimento e avrà mandato tutti per strada mentre lui si terrà il conto protetto in Svizzera. E tu dirai allora che dovrò portare con me pure il nonno partigiano che ormai sarà ridotto un vegetale a forza di pestoni e fumogeni, la mamma disoccupata che sarà diventata una tossico dipendente da valium, e il padre non più sindacalista, neanche in cassa integrazione, ma in mobilità che continua a scioperare per i centralinisti della società che avrà cambiato nome e ora assumerà dipendenti dall'Europa dell'est ad un euro l'ora.
Invece no, ti dico io, perché ci andrò a vivere quando il nonno partigiano sarà all'ospizio, la mamma disoccupata depressa e gattara al centro di igiene mentale e il padre ormai brigatista passerà la vita in cella sotto le manganellate della polizia fascista e criminale, mentre io avrò la mia di pensione. Quella estera, non quella dello stato italiano corrotto e ladro che, secondo me, tu puoi pure lavorare fino a novant'anni, mentre io li me ne andrò quando mi pare.
A questo punto, tu rifletterai mentre ti arrenderai ad ogni idea patriottica e rivoluzionaria, e mi dirai che é proprio facile essere ricchi in Italia, basterebbe che tutti vivessero all'estero come fa il mio manager della società con i centralinisti di call center rumeni. Ora lui se ne starà alle Barbados a godersi la nostra di pensione mentre tutti i centralinisti italiani staranno per strada a prendere mazzate dalla polizia fascista e serva dello stato ladro e corrotto.
E allora, visto che ti sarai finalmente arreso e la pianterai con sta storia di polemizzare su tutto, io ti rivelo che, pur se sarò ricco perché guadagnerò il triplo di te, sarò un tantinello infelice. Certo sarà bello avere i colleghi e le colleghe alte e bionde e con gli occhi azzurri, cosi come gli uffici che sembrano usciti da un catalogo IKEA o i parchi cosi verdi mentre io me ne vado tutti i giorni a mangiare chiuso dentro un centro commerciale. Ma soprattutto sarà bello avere un stipendio alto e non uno come quello dei rumeni che lavorano ai call center.
Però é pur vero che senza il sole, senza il mare, senza il nonno partigiano con cui poter vedere la partita, senza il padre sindacalista che bestemmia davanti alla trasmissione di Porta a Porta, o senza la madre disoccupata e depressa che non é ancora gattara ma che mi fa il caffè buono, continuerò ad essere arrabbiato con lo stato italiano ladro e corrotto, con la polizia criminale e fascista, mentre tu continuerai a fare la rivoluzione polemica e nazionalista. E poi sarò depresso perché non potrò mai tornare in Italia come il mio manager della società dei call center. Ma non perché poi debba rimborsare qualcuno, neanche lui sia chiaro, e che questi voli low cost non sono poi cosi economici.
E poi saranno pure belli e biondi questi colleghi sempre felici, ma ogni volta che ci provo a spiegargli i veri problemi dell'Italia, altro che mafia dirai tu, loro mi dicono sempre che sono noioso e triste. Poi sti parchi saranno pure belli e verdi, ma con questo freddo e questa pioggia meglio mettermi dentro un centro commerciale che se mi metto seduto fuori su una delle loro panchine mi congelo. Allora tu mi dirai che gli stipendi sono alti, i manager gentili, gli uffici che sembrano usciti da un catalogo di IKEA e che non sono mica una lucertola e basta con questa storia del sole e del caldo.
Ma allora tu non mi avrai ascoltato per niente, non avrai capito che tutto sommato la storia di andare via dall'Italia non convince nessuno. Non possiamo mica andarcene, bisogna resistere, fare la rivoluzione, cambiare le sorti dell'Italia, andare a protestare, fare la manifestazione, insomma...
Bisogna restare in Italia, tanto é uguale!