lunedì 19 settembre 2011

Informatico Migratore ha compiuto un anno.

Quando ho iniziato a scrivere questo blog non sapevo immaginare come si sarebbe concluso.

Ho cercato di essere costante con gli articoli, di scrivere tutto quello che avevo in mente e di cercare costantemente di non abbandonarlo mai.

Pian piano ha iniziato a crescere, ho cominciato a sentirmi fiero di quello che facevo.

Vedevo i risultati, gente che mi scriveva, che mi domandava, che si complimentava con me... e poi e’ arrivato!

E’ arrivato poi il momento che pensavo sarebbe arrivato dopo tanto, ma a promessa fatta, non posso più rimandare.

Chiudo questo capitolo della mia vita con un punto in sospensione. Come voi, anche io non so cosa mi capiterà in futuro, certo adesso non lo so come non mai!

Mi manca casa, mi mancano le litigate di mia madre, le sciocchezze di mio padre, il mio giardino, l’amico della porta di fronte, e quello che non ci parlo più da anni ormai.

Mi manca la mia vecchia vita che ogni tanto fa male anche solo dirlo.  

Mi manchi tu amore mio che ora come ora sono confuso come non mai e se solo ne valesse la pena mi metterei in ginocchio per riaverti qui.

Ma questa e’ la mia strada! La strada che porta dei sacrifici. Complicazioni. Ti porta a litigare con te stesso e con gli altri. La strada che una volta percorsa, mille volte ti sentirai di voler tornare indietro.

Sono solo ormai, ma mi amo più di prima, e per questo so che sto facendo bene!

Anche se sento ancora che fa male, che mette nel cuore la disperazione, che per ogni volta che passo con il treno per la città mi sembra di scorgere i vecchi palazzi di casa mia.

Ma questa e’ la fine di un capitolo, di quel capitolo che mi ha fatto dire tanto, e che mi ha fatto ascoltare tanto anche voi.

Mi rendo conto solo ora che questo blog non forniva niente di nuovo. Spronava la gente a lasciare l’Italia perché ormai siamo tutti stufi di lottare per essa.

Penso a quanto vecchi si fanno i miei genitori, e quanto lontani sono ora da me! E quando avranno bisogno di me cosa faro? Tornerò, e poi dopo? Riandrò via? Non trovo risposte, non le trovo nella gente a cui le chiedo, che ora come ora mi rispondono solo che ho fatto bene ad andarmene!

"Ho fatto bene"! E’ quello che mi dicono tutti ormai! E quando ho un dubbio mi sento solo dire di non mollare, di stare qui. "Resta dove sei"! Ma se i miei stanno male? E se la mia ragazza se ne va?

No, il mio blog non mi aiuta! Il mio blog non aiuta nessuno! Neanche voi che siete stati qui a leggerlo!

Voi non mi aiutate come non aiutate voi stessi! Mettete troppa rabbia, pensate a lo schifo, e intanto vedo tante vite affrante.

Doveva essere l'avventura della mia vita, ma ora vedo gli adii, quelli sono i peggiori! Vedo i miei piangere ogni volta. E ora vedo la mia ragazza farlo ogni volta che ci dobbiamo separare.

No scusate. Non e’ colpa vostra, e’ colpa mia. Sono io quello che sta male! Sto male nel piangere ogni volta che qualcuno lo fa per me!

Ma questa e’ la mia strada, e ora non me ne vogliate, se dico addio.

Ciao a tutti.

24 commenti:

rosario ha detto...

Buongiorno,

Posso capire come ti senti, è triste dover dire arrivederci ogni volta ( non addio, mica si muore ?)....
Si ci puo' sempre ricongiungere e se non è Maometto che va alla montagna allora sarà la montagna da andare da Maometto.

Il tuo dilemma è affetti vs realizzazione sogni...ma la difficoltà per tutti sta nel concilliarli .

Ti lascio con questa frase, riguardo al tuo e al loro piangere:
"Non dirò: "Non piangete", perché non tutte le lacrime sono un male"
(cit .Tolkien)
Aggiungerei che le più amare lacrime sono quelle di quando non si ha nessuno che piange per noi...

Spero di sentire tue buone.
Good luck!

andima ha detto...

eccolo qui, il problema dell'emigrante, di nuovo e di nuovo, e' sempre lo stesso, io cercavo di riassumerlo
qui e a rileggerlo mi riviene il senso di amarezza, come con le tue parole. Sono scelte personali e personali sono i ritorni, mi viene difficile dire altro. In bocca al lupo per tutto Stefano, spero tu faccia la scelta che ti regali il sorriso, tutto il resto e' secondario.

Esse.Ti. ha detto...

La vita non e' fatta di lavoro. il lavoro e' solo un controno, ti porta i soldi per vivere. nessun lavoro ti dara' qualcosa come l'affetto delle persone. vai e vivi la tua vita.
la storia dell'uomo d'affari e del pescatore e' l'emblema di cio': http://www.youtube.com/watch?v=5tWhG6IKT8M

per la parte che riguarda l'italia e la situazione:
se vuoi fare qualcosa, prova a cambiarla (nel tuo piccolo o nel grande), non serve scappare :D.
il problema dell'italia sono gli italiani, e questo aforisma dovrebbe essere scritto ovunque per ricordare come noi italiani ci comportiamo:
"Non trovare difetti, trova rimedi. A lamentarsi sono capaci tutti."

PS: perche' invece di chiudere il blog non lo lasci aperto e lo fai diventare un blog dove altri informatici emigrati possono scrivere?

Unknown ha detto...

Purtroppo è dura... sono scelte dolorose, io mi sto preparando a fare questo passo appena terminata l'università e la mia ragazza già piange ma non ci sono alternative. Ma ora ti stai sbagliando, il tuo blog mi ha aiutato molto... io credo abbia aiutato anche te, ti ha aiutato nel riflettere sulle tue scelte.

Vivere in terra straniera è difficile... è triste ma tu lo fai credo per lo stesso motivo che ha adesso sta spingendo me: voglio permettermi di dare un futuro migliore ai miei figli quando arriveranno! lo faccio per loro e per la mia futura moglie!

sarà banale ma ti dico: CONTINUA!

studiare in inghilterra ha detto...

io lo conosco solo da poco ma complimenti!

Michele ha detto...

Ragazzo mio tu non te ne rendi conto, ma il tuo blog, l'idea ed anche il tuo ultimo post sono una fotografia del mondo di oggi. Un mondo in cui la la borsa del pc ha preso il posto della valigia di cartone e dove le 'risorse' hanno preso il posto delle persone.

Fidati, il tuo è un grande blog. Semplice, forse non da risposte, ma di sicuro fa luce sulle domande che ogni emigrante si pone ogni giorno.

Ti scrive un informatico barese, che è costretto a vivere a Roma, che ogni santa sera al ritorno da lavoro studia inglese, per tenere acceso il desiderio di continuare a sognare un posto migliore.

Massimo rispetto per la gente come te, buona vita.

Michele.

bacco1977 ha detto...

Veramente i blog degli emigranti all'estero servono a poco.
Io ho scritto 3 anni ed e' un'esperienza che non rifarei.
Recconti il nuovo luogo dove ti trovi, magari scrivi qualche "pensierino" offendendo la nuova cultura che ti trovi di fronte, magari offendi l'Italia e sproni gli altri a lasciarla.
Condivido la tua decisione semplicemente perche' andava fatto.
Un saluto da un altro informatico migratore.

Unknown ha detto...

Grazie a tutti.
Rimarrò a Londra, ma smetterò di scrivere perché, come dice bacco1977, semplicemente andava fatto.

Il come mi sento e' riportato sopra. A chi voglia continuare questo progetto, libero di lasciargli le chiavi del mio blog.

Maso ha detto...

Beh... io non credo che questo blog non sia servito a niente e neanche che abbia spronato qualcuno a lasciare l'Italia. Sono scelte personali, e come in tutte le scelte ci sono i pro e i contro e non mi sembra che tu o gli intervistati abbiano taciuto sui contro.

Capisco il tuo stato d'animo e a volte anch'io mi sono sentito cosi'. Pero' cerchiamo anche di relativizzare... nonostante tutti i problemi che possiamo avere siamo comunque "emigranti di lusso" almeno rispetto a chi viene ad esempio dall'Africa (date un'occhiata qui http://fortresseurope.blogspot.com/2011/09/un-video-mostra-il-ruolo-di-gheddafi.html).

Un saluto e in bocca al lupo.

andima ha detto...

@Stefano
ma non credo che il blog fosse inutile, anche perché altrimenti dovremmo dire lo stesso dell'estenuante lavoro che Aldo di italiansinfuga continua a fare da anni e che spesso propone contenuti davvero interessanti (dico spesso per non dire sempre, perché a me, per esempio, potrebbero non interessare contenuti relativi a paesi dove non emigrerei, per dire).
Poi il tuo era un blog diverso dai tipici blog di italiani all'estero (dove ognuno racconta quello che gli capita più osservazioni, opinioni, etc, ovviamente sempre da filtrare come un blog e non come la bibbia su quella meta specifica, ma si suppone che anche il lettore abbia un cervello), il tuo riportava esperienze, proponeva consigli, diciamo che era abbastanza impersonale, ecco.
Ad ogni modo è una tua scelta ed in quanto tale va rispettata.

Aletta ha detto...

Ciao,
condivido e comprendo le sofferenze personali (familiari e non solo). Pochi mesi all'estero mi sono bastati per assistere ad uno stravolgimento totale della mia vita. Da spettatrice sentivo solo il dolore, diventando attrice ho capito che potevo usare il dolore come fonte energia. L'ho fatto. Non è stato né sarà facile. Ma mi sento più forte. I giorni no arrivano, ma ho imparato ad accettarli e a non negarli. Non ci sono risposte assolute. Quello che conta è sperimentare. Mettersi alla prova. A volte condividendo tutto attraverso un blog, altre con l'introspezione. L'importante è sentire, anche se solo per un istante, che la scelta fatta è quella giusta... Tra un'ora o domani, si vedrà...
In bocca al lupo a Tutti!

Aldo ha detto...

@Stefano grazie di tutto, secondo me hai fatto un lavoro egregio e dovresti esserne fiero. In bocca al lupo per qualsiasi cosa tu faccia in futuro e ovunque tu scelga di farla!

Aldo ha detto...

@Andima grazie!

Silvia ha detto...

Il tuo blog non è stato inutile, e non lo sarebbe se continuasse a esistere, nè per te nè per chi lo legge. Sarà arrogante scrivere una cosa del genere conoscendoti solo attraverso queste pagine, ma ne sono convintissima. Le grandi scelte della vita, inclusa quella di emigrare, portano degli sconvolgimenti enormi, per noi e per chi ci sta accanto. Non dare la colpa a un blog se ci sono delle difficoltà nel mondo reale... se i tuoi stanno male? Tornerai, e poi ripartirai, o non ripartirai, impossibile dirlo adesso. Se la tua ragazza ti lascia perchè cerchi una vita migliore (anche per lei immagino, e per una futura famiglia, no?), allora, perdona la brutalità, non ci capisce niente. Se invece semplicemente pensi di non essere fatto per restare lassù, torna in Italia e cerca di cambiarla da qui, ce ne sarebbe tanto bisogno...

Qualsiasi sia la tua scelta ti auguro ogni bene, e spero di sapere un giorno che hai fatto quello che volevi... a me il blog mancherà, se ci ripensi fammi un fischio!

PS: la cosa più bella secondo me te l'ha detta Rosario comunque: le più amare lacrime sono quelle di quando non si ha nessuno che piange per noi...

Enrico ha detto...

Da parte di uno che ha condiviso con te strade parigine, ti faccio il primo (ed ultimo) commento con queste parole che rileggo in momenti particolari:

"La meraviglia della vita è il viaggio, non la conclusione.
Non dobbiamo arrivare da nessuna parte, siamo già nel pieno della vita.
Non rimandare la tua felicità a un momento successivo, quando forse raggiungerai degli obiettivi.
Cerca la felicità nell'oggi, e goditi il viaggio.
E' meglio viaggiare bene piuttosto che arrivare."

Enrico

davide ha detto...

Entrato da 20 minuti in questo blog e vedo le stesse speranze e preoccupazioni di tutti, l'importante alla fine è riuscire a stare con chi si ama. E la lontananza molte volte aiuta ad amarsi di piu, senza esagerare però! alla fine o da una parte o dall'altra bisogna pur stare insieme.

Sicuramente non è un blog che dice qualcosa di nuovo però racconta storie di persone che aiutano tutti a pensare, questo blog non serve a dare soluzioni ma a porre delle domande.

p.s.
Se c'è un gruppo di aficionados al blog se volete aprite semplicemente un gruppo face per continuare a raccontarvi e mettete il link nei commenti...

Anonimo ha detto...

Buongiorno sono Sara Fusi, un'amica di sua cugina Paola Nannuzzi.
Ho ricevuto il suo contatto per suo tramite e mi auguro che sia già stato informato del fatto che l'avrei contattata. Scusi tanto il disturbo, ma il mese prossimo mi laureo alla triennale, dopodichè io ed il mio fidanzato avevamo pensato di trasferirci temporaneamente in Inghilterra per apprendere la lingua.
Come immagino sappia già, per uno studente che si affaccia sul mondo del lavoro al giorno d'oggi se non vuole essere del tutto escluso da gran parte delle possibilità lavorative, non può esimersi dall'imparare l'inglese e il metodo più rapido è il trasferimento. E qui subentra il mio problema: non ho purtroppo contatti di nessun tipo su, di conseguenza non ho la più pallida idea di come muovermi una volta scesa ipoteticamente dall'aereo Roma-Londra. A tal proposito volevo chiederle la gentilezza di fornirmi qualche informazione, a proposito di quello che è il mercato della locazione di stanze, fuori Londra sarebbe più confacente alle mie capacità. E, se possibile, sapere anche quanto possa essere facile trovare un lavoro, considerando che nè io nè il mio fidanzato abbiamo aspettative particolarmente alte, visto che il nostro soggiorno è meramente temporaneo e considerato che il contatto con il pubblico è la cosa che ci preme maggiormente.
La ringrazio per l'attenzione


Cordiali Saluti
Sara Fusi

Unknown ha detto...

Ragazzi, vi parla uno che ha fatto un piccolo viaggetto a Milano durato un anno per poi ritornare dai suoi affetti a Bari. Sicuramente sono stato uno dei pochi fortunati... a poterlo fare, rinunciando a carriere facili e stipendi sicuri però.
Come dico spesso e scrivo sul mio profilo skype c'è una unica verità, un unico consiglio, una unica pillola di saggezza che va interpretata in modo soggettivo:

Si lavora per vivere, non si vive per lavorare, ma meglio lavori meglio vivi!

Dunque c'è un solo obiettivo: vivere meglio!
non lasciatevi ingannare dal falso obiettivo che sarebbe lavorare meglio.

Antonio Santorsola
http://antoniosantorsola.blogspot.com/

Unknown ha detto...

Spero che questo possa servire a voi e a Stefano.

Anonimo ha detto...

Sapevo che scrivevi bene, ma mi hai fatto piangere. Un saluta da un amico che non senti da tanto, ma è qui. Stefano.

Anonimo ha detto...

Ciao Antonio, mi hanno incuriosito le tue parole e ho
letto il tuo curriculum come mai sei passato dalla fisica al mondo IT..... cosa hai fatto dal 2001 al 2007...

Anonimo ha detto...

Ho appena scoperto questo blog e questo articolo è sicuramente utile, sono un studente d' informatica alle soglie della triennale.... provo molte delle sensazioni che avete descritto cmq è sempre bene parlarne e condividerle.

Jacopo ha detto...

Carino il post, certo che se uno la vive cosi' male meglio tornare nella colonia italia.

Posso capire che una volta al mese tu possa avere la giornata triste in cui ti mancano alcune persone care ma deve essere solo un eccezione!!

Come facevano i nostri antenati che emigravano e non avevano ne internet ne i cellulari?

Ergo fuori le palle e meno lacrime! :)

Alessandro ha detto...

Io vivo a Londra e faccio l'informatico come te ma da soli 4 mesi...e' ormai piu' di un anno che sono qui: ho sofferto, gioito, pianto, imparato, dato, ricevuto. E' un'esperienza fantastica che rifarei assolutamente. E sono solo all'inizio del mio sogno. E' tutta una questione di sogni e forza di volonta: il resto lo fara' Londra...
L'Italia non mi manca, mi mancano amici e parenti. Ma ho una vita qui che mi sono costruito passo dopo passo con tanta sofferenza e forza di volonta'.
Peccato che hai chiusto questo blog ma proprio prendendo spunto da te ho deciso di aprirne uno mio (forse anche un po' piu' tecnico) perche' c'e' bisogno che qualcuno racconti, che qualcuno informi, che qualcuno dica al resto degli italiani che noi ce l'abbiamo fatta!